Oggi vi parlo di leadership e crescita attraverso la figura di un manager che ha fatto la storia: Sergio Marchionne. Le sue parole durante un meeting pubblico sono rimaste nella mente di molti imprenditori.
Mi riferisco ad un discorso tenuto da Sergio Marchionne nel 2012 a Unthinkables, l’evento annuale organizzato dall’Università Bocconi.
Un’occasione dove ha parlato dell’impensabile strategia che avrebbe fuso un’azienda quasi morta a un’altra malaticcia. Una strategia che, come tutti riconoscono, ha portato quelle due aziende a diventare poi insieme il quarto gruppo al mondo nel settore automotive.
Questo discorso è citato anche in un libro a lui dedicato intitolato “Il coraggio di cambiare”.
Il cambiamento tra le leve del suo successo
Sergio Marchionne ha chiaramente dimostrato di fare e saper fare. Ma anche saperlo fare con un senso di responsabilità che pochi dimostrano di avere.
La frase che più ricordo di questo suo intervento è questa:
“Tutti noi, nel nostro ruolo di leader di impresa, se abbiamo la forza di immaginare un futuro di crescita per le nostre aziende o per i nostri Paesi, abbiamo anche la responsabilità di rendere questa visione reale.”
Chi ha avuto il privilegio di conoscerlo lo descrive come una persona determinata e capace di argomentare le proprie posizioni.
Una persona lungimirante ma anche capace di vedere ciò che gli altri non vedevano.
Una persona attenta ai cambiamenti del mercato. Marchionne aveva ben compreso che la globalizzazione non era una scelta e nemmeno un obbligo ma il presupposto per essere competitivi.
Aveva compreso come, in un mondo globalizzato, la direzione strategica di un’impresa sia sostenuta dall’innovazione tecnologica oltre che dalla pluralità culturale e formazione interdisciplinare.
I suoi punti di forza e debolezza
Era un uomo sicuramente dotato di una mente aperta al cambiamento, con la voglia di conoscere e di mettersi alla prova.
Non si arrendeva mai e preferiva atteggiamenti ispirati alla sostanza piuttosto che alla forma.
Per quanto riguarda alcune debolezze, qualcuno diceva fosse lo scopone (il gioco delle carte) che evidentemente amava molto.
Riferendoci al suo approccio al fare in diversi ritenevano la sua durezza e il suo non politicamente corretto come un punto debole.
Cosa sarebbe stato di Fiat e Chrysler senza il suo intervento?
Né Fiat né Chrysler ce l’avrebbero fatta nel lungo termine. La Fiat era troppo piccola, troppo legata a segmenti bassi di mercato e dipendente dal mercato europeo.
Chrysler si trovava devastata dallo tsunami finanziario che attraversava l’America e con una leadership non orientata al cambiamento.
L’unione di queste due differenti realtà aziendali avrebbe potuto sfruttare nel modo migliore la realtà del mercato mondiale.
Un’alleanza che rientrava in un disegno globale che le permetteva di esportare in mercati extra europei condividendo il costo dello sviluppo di architetture che avrebbero avuto un’applicazione parallela in America.
Ciò che ha realizzato Sergio Marchione ha avuto un impatto enorme sulle due aziende, anche a livello culturale.
Le ha spinte ad aprirsi e confrontarsi, creando apertura e confronto, clima di fermento e stimoli continui, occasioni di crescita professionale e personale.
Le barriere geografiche e culturali sono state abbattute da una reale volontà di condividere competenze ed esperienze, a dispetto del tentativo di dominare la cultura dell’altro, che ne avrebbe soffocato la creatività.
È stato creato uno straordinario gruppo di persone che lavorano fianco a fianco con umiltà, si ascoltano e si confrontano, si scambiano conoscenze e idee e stanno aprendo i loro orizzonti al mondo.
3 commenti su “Sergio Marchionne: il coraggio di cambiare”
Da sempre massima * stima * e ammirazione per il Dr. SERGIO MARCHIONNE ( da me dimostrata anche sul mio Profilo Facebook ).
Oggi più che mai abbiamo l, assenza di – Personalità – come Marchionne ❤
Ha chiuso Termini Imerese per produrre all’estero lasciando disoccupati migliaia di lavoratori. Spero,comunque, che San Pietro l’abbia accolto in Paradiso.
Sono stato un progettista per 46 anni dal 1969 ho lavorato per Fiat Togliatigrad e poi per Kamaz, per BREMBO per Berardi e ancora svariate ditte in campo robotico e isole speciali di assemblaggio e controllo particolari meccanici considero MARCHIONNE uno dei più grandi personaggi che ci sono stati come personalità carisma e finalizzazione al risultato